Testimonianza di Isabella Santorsola
Mi chiamo Isabella Santorsola, sono madre di due figli ed insegnante in una scuola primaria della provincia di Parma, considero il mio lavoro come un progetto di vita in continua evoluzione e voglio testimoniare la mia esperienza in materia di compiti.Ho sempre assegnato pochi compiti, ma dallo scorso anno ho iniziato la mia esperienza “SENZA compiti”. È stato un anno sereno e piacevole, senza pressioni sugli alunni, genitori, educatori e tutte le figure che ruotano intorno agli allievi nel tempo extrascolastico, in cui serenamente i bambini hanno potuto dedicarsi ad altre importanti attività che fortunatamente esistono nella vita e che permettono di esprimere quel potenziale che la scuola non sempre può sviluppare…attività legate agli sports, musica, famiglia, relazioni sociali…senza litigi e stress, senza dover rinunciare ai momenti con chi si vuole bene o ad un weekend fuori casa. Il lavoro dei miei alunni inizia a scuola e finisce a scuola…essi sentono maggiormente il senso del dovere e della responsabilità, perché sanno che devono dare il meglio di sé all’interno del tempo scolastico. Non provano avversione alle discipline, non hanno paura di esporsi per esprimere dubbi o ammettere di non aver compreso, non nutrono la competizione e cooperano molto tra loro, si mettono spesso in gioco, sono i protagonisti di una didattica attiva, progettata precedentemente e che si perfeziona sul campo attraverso i bisogni e le necessità che emergono. C’è spazio per le emozioni, i loro occhi sono sereni, felici, desiderosi di apprendere…è dagli occhi che si scorge l’animo di un essere umano, grande o piccolo che sia. Nel tempo EXTRAscolastico gli allievi possono sviluppare passioni…scoprire l’ozio…muovere il corpo…e poi niente compiti per le vacanze…sono LIBERI di affacciarsi alle vita! Sono io che faccio tanti compiti a casa, perché devo “creare” una didattica diversa da quella a cui sono stata sottoposta da allieva, che dia i suoi frutti all’interno di un tempo scuola di sole 27 ore (la mia non è una scuola a tempo pieno) e che sfrutti tutte le varianti possibili per arrivare a tutti gli alunni in termini di strategie, emozioni, spazi (classe, atrio, giardino e bosco retrostanti), uscite didattiche…lezioni a cielo aperto…bambini che ragionano ed intuiscono, osservano e riflettono, propongono e creano…tante le soddisfazioni, ma la maggiore è quella di aver rialzato chi era a “terra”, per tutte le ragioni e difficoltà in cui si nasce in questo mondo…assicurare equità e non uguaglianza. Quando sono entrata di ruolo la tesi che ho scritto iniziava così: “Si educa attraverso ciò che si dice, di più attraverso ciò che si fa, ancora e di più attraverso ciò che si è (Ignazio da Antiochia) e finiva così:”Si può cambiare la scuola. È duro, difficile, rischioso, ma possibile e se possibile allora è necessario, allora diventa un dovere (Gianni Rodari).Non corriamo il rischio di creare dei soldatini…i bambini vanno trattati con cura…hanno un animo delicato…da noi dipende il loro amore oppure la loro avversione al sapere…il loro allontanamento o avvicinamento al mondo scolastico…l’espressione della loro unicità…il loro futuro…si fidano di noi, ci ammirano, ci seguono e non possiamo tradirli. Il ruolo di un insegnante non può essere quello di “controllore di ingurgitamento di nozioni”, la sua responsabilità è assicurarsi che i propri allievi siano felici: “Chi non è felice, è ferito!”Se la “LENTEZZA” entrasse a far parte della nostra vita, ci sarebbe la cura giusta per ogni bambino e per ogni adulto che gli ruota intorno: ci sarebbe il tempo ed il gusto di assaporare ogni cosa. Sono alla continua ricerca di nuove strategie educative, confrontarmi ed unirmi con altri professionisti che credono in questa battaglia e creare insieme una “progettazione bc” è la cosa che chiedo più di ogni altra, chiunque volesse unirsi a me per un confronto sulla didattica ed arricchirmi, lo aspetto a braccia aperte! La scuola ha bisogno di cambiare!
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