Testimonianza di Lara Cardella
Sono Lara Cardella, docente e scrittrice, e ho deciso di aderire a questa iniziativa perché la sento in sintonia con il mio modo d’intendere la scuola e di insegnare.
A inizio anno scolastico, con i miei ragazzi (di Istituti di Secondaria di secondo grado), dopo le consuete presentazioni, parlo chiaramente di ciò che mi aspetto da loro: massima attenzione durante le ore scolastiche (insegno Italiano e Storia), esercizi da fare in classe, niente compiti a casa, a meno che non mi lascino concludere la lezione. Questo perché nessun lavoratore, finito il suo turno, si sognerebbe di continuare a faticare a casa, a meno che non lo desideri; e perché questi ragazzi ci dedicano già cinque-sei ore quotidianamente, per cui ritengo doveroso che dedichino il resto della giornata ad altro, esattamente come facciamo noi adulti. Accolgono questa mia premessa con giubilo, finalmente si sentono compresi.
Nel corso dell’anno, si accorgono che quello che chiedo loro è uno sforzo che non immaginavano: non abbiamo tempi morti, lavoriamo anche per tre ore di seguito e la loro attenzione è sempre altissima. Anche per me, questo modo di insegnare implica un grande dispendio di energie, ma lo considero giusto nei confronti loro e dello Stato che mi paga.
Spesso, sono loro ad approfondire con ricerche autonome a casa qualche argomento che li ha particolarmente interessati, ma mai è arrivata da me alcuna costrizione e non credo arriverà mai.
Dopo più di dieci anni d’insegnamento sono felice io, ma soprattutto lo sono loro.
Lara Cardella
Scrittrice, Docente di Scuola Secondaria
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