Testo della lettera che Maurizio Parodi ha inviato, singolarmente, ai componenti della Commissioni Istruzione della Camera dei Deputati il 6 febbraio 2020
Onorevole ……
a nome degli oltre 35 mila firmatari della petizione: “Basta compiti!” (change.org) e dei quasi 14 mila iscritti alla omonima pagina Facebook, chiedo un suo intervento che induca le scuole (dirigenti scolastici, consigli di istituto, collegi dei docenti…) a regolamentare l’assegnazione dei compiti a casa, laddove si ritenga necessario ricorrere a una pratica abbandonata da tempo, per manifesta inadeguatezza didattica, in scuole di eccellenza internazionale; iniziativa tanto più urgente considerata la mole soverchiante di lavoro imposto, fin dai primi anni di scuola, agli studenti italiani e alle loro famiglie (dati Ocse) – basti ricordare che si danno compiti a casa persino ai bambini (6-11 anni) che frequentano scuole a tempo pieno: dopo 8 ore di immobilità forzata in aule più o meno confortevoli e sovraffollate, non è infrequente che si assegnino compiti tutti i giorni, nei weekend e durante le vacanze.
Va detto, al riguardo, che i docenti operano in una situazione di reciproca ignoranza: non si curano di sapere quanto gravoso sia il carico di lavoro complessivo; ciascuno assegna i propri compiti come fossero i soli da svolgere, e gli studenti, fin dalla primaria, si ritrovano a trascorrere giornate intere, fino a tarda sera chini su libri e quaderni, con genitori costretti a svolgere il ruolo, improprio, di insegnanti di complemento e di “aguzzini”.
I docenti che decidano di assegnare i compiti devono esplicitare gli obiettivi che in tal modo ritengano di poter conseguire, e indicare le prove (indicatori, descrittori…) attraverso le quali sia possibile verificare l’efficacia di una pratica pedagogicamente controversa, così da stabilire se sia il modo migliore o l’unico per raggiungere i risultati attesi.
Un intervento di siffatto tenore rientrerebbe nelle prerogative del Parlamento e del Governo, non sarebbe in contrasto con la “libertà di insegnamento” del singolo docente, con l’autonomia delle scuole e neppure con le attribuzioni del dirigente scolastico, e risulterebbe ampiamente legittimato dalla necessità di garantire allo studente il “diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…” sancito dall’art.31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dallo Stato italiano il 27 maggio 1991, con legge n.176.
A titolo non solo esemplificativo, riporto il mio “Regolacompiti”, dichiarandomi fin d’ora disponibile a qualsiasi chiarimento reputasse utile.
Distinti saluti.
Maurizio Parodi
Dirigente scolastico
Gli ultimi libri pubblicati:
«Non ho parole. Analfabetismo funzionale e analfabetismo pedagogico», Armando, 2018
«Così impari. Per una scuola senza compiti», Castelvecchi, 2018
Dirigente scolastico di lungo corso, vive a Genova e si occupa di ricerca e formazione in campo socio-pedagogico, non ancora rassegnato all’impermeabilità degli apparati educativi. Fondatore, amministratore e portavoce del gruppo Basta Compiti, ha pubblicato numerosi articoli e alcuni saggi, tra i quali: «Basta Compiti, non è così che si impara» (Edizioni Sonda), «Non ho parole. Analfabetismo funzionale e analfabetismo pedagogico» (Armando), «Così impari. Per una scuola senza compiti» (Castelvecchi)
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