due punti, una linea
Una settimana fa è nato questo blog. Oggi si unisce un’altra tessera al puzzle. Unendo due punti, si sa, si forma una linea. Il disegno inizia davvero a prendere forma. In edicola la Gazzetta di Modena arriva con una pagina in più. Dopo questo blog, in parallelo a questo blog, Zero14 si fa cartaceo e con i limiti imposti dall’impaginazione, dal numero di battute, dalla necessità di selezionare e scegliere solo alcuni argomenti, ogni settimana proporrà, finché riuscirò, finché sarà possibile, spunti, interviste, proposte, curiosità, recensioni.
Il pezzo di apertura di oggi affronta un tema facile alle polemiche sterili e a infuocate prese di posizione: presenta il Gruppo e la campagna Basta Compiti, portati avanti da Maurizio Parodi (sostenuto da oltre 15.000 persone che hanno firmato la petizione su Change.org).
In generale non amo le polemiche e sono convinta che il dialogo, la sperimentazione e l’apertura al diverso, al nuovo, messo un pochino al guinzaglio l’orgoglio, possano migliorarci, farci crescere. Vero anche che, pur privilegiando ove possibile un tono morbido e non urlato, fatico un sacco a stare tra color “che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo” descritti nel III Canto dell’Inferno (gli Ignavi) e, generalmente, scelgo da che parte stare.
In questo caso concordo, per molti motivi, con le motivazioni che hanno portato Parodi (che poi è dirigente scolastico, quindi la scuola la vive dall’interno) a lanciare questa campagna dopo aver scritto un libro qualche anno fa dal titolo “Basta Compiti: non è così che si impara!” che invito a leggere perché, al di là del titolo perentorio, fornisce una specie di Bignami del moderno pensiero pedagogico “a misura di bambino” e a me è piaciuto molto perché, incuriosendomi, mi ha portato a cercare e scoprire, o approfondire, autori e testi meravigliosi che risuonano molto in sintonia con il mio personale modo di concepire l’educazione e l’insegnamento (da Montessori a Steiner, da Mario Lodi a Freinet e Zavalloni, per citarne alcuni).
Mi sembra davvero importante riflettere sul fatto che, in molte realtà, il ciclo della scuola primaria sia il luogo dove ci si disinnamora della scuola stessa. E che forse non tutto è imputabile alla mancanza di fondi, alla mancanza di mezzi, ai programmi (o più esattamente Indicazioni Nazionali) che per finirli bisogna correre e fare fare fare.
Provate a seguire su Fb la scuola che propone il maestro Giampiero Monaca (di Asti) con il progetto Bimbisvegli. Provate a leggere le Indicazioni Nazionali (si trovano online, sono scaricabili), che ribadiscono più volte la necessità di adeguare le informazioni all’età e alla capacità cognitiva del bambino privilegiando, soprattutto per la scuola primaria, l’esperienza. Proviamo a uscire un attimo dal “si è sempre fatto così” e dallaconvinzione che dobbiamo necessariamente dividerci in fazioni e combattere insegnanti contro genitori, genitori contro bambini, bambini contro la scuola, contro gli insegnanti, contro i genitori.
Molti bambini stanno manifestando un disagio grande, già alla primaria. Sfocia e si manifesta con rabbia, aggressività, opposizione che, forse, solo in parte sono causati da una pubertà precoce. Parliamone, senza arroccarci per forza a difendere “il nostro territorio”. Cerchiamo soluzioni, sperimentiamo. In fondo vogliamo il loro benessere, no?
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