Testimonianza di Giuseppe Paschetto
Ho eliminato del tutto i compiti a casa e sono stato confortato nella bontà di questa scelta leggendo l’illuminante libro di Maurizio Parodi.
Ho continuato invece saltuariamente a proporre attività facoltative. Si noti la scelta dei termini: “ proporre attività facoltative” invece di “assegnare compiti obbligatori”.
Il cambio di verbo, complemento e aggettivo comporta un netto cambio di paradigma.
I compiti sono ripetitivi, obbligatori, assorbono il tempo libero, discriminanti nella misura in cui presuppongono il coinvolgimento dei genitori, da svolgere seduti e al chiuso, soggetti a sanzioni nel caso di mancato svolgimento.
Le attività di cui tra poco fornirò un saggio sono concepite invece per essere creative, fattibili in autonomia, da svolgere anche all’aperto o aprendo una finestra, in movimento e soprattutto senza obbligo alcuno.
Ad esempio: disegnare ogni giorno per un mese intero la luna nelle varie fasi e posizioni, fotografare tre specie licheni e geo-referenziarle, mangiare mezza mela e dall’altra estrarre il DNA, monitorare ogni giorno per una settimana i consumi elettrici e poi rifare l’esperienza dopo aver posto attenzione al risparmio, rifare a casa gli agnolotti preparati a scuola modificando proporzionalmente gli ingredienti, sfilare la tovaglia sotto alle stoviglie per dimostrare il principio d’inerzia…
Ci sono poi quegli studenti super appassionati di matematica e che richiedono esercizi sempre più impegnativi perché per loro quello è un hobby da praticare anche a casa o quelli che desiderano anche esercitarsi un pochino in proprio.
Però attenzione anche qui i verbi sono “richiedere” e “desiderare” da parte degli alunni e non “ imporre, assegnare, obbligare” da parte dei docenti.
Ringrazio Maurizio Parodi che per la faccenda compiti è stato il mio faro.
Ho letto e riletto più volte il suo libro trovando importanti conferme pratiche e teoriche.
Giuseppe Paschetto
Giuseppe Paschetto, l'unico italiano incluso nell'elenco dei 50 migliori insegnanti del mondo; il suo nome compare, infatti, nella top 50 del Global Teacher Prize 2019, una sorta di Nobel pedagogico istituito dalla Varkey Foundation per il conseguimento del quale si sono candidati più di 10 mila docenti da 170 Paesi. Insegna matematica e scienze, e lo fa, egregiamente, senza ricorrere a voti, libri di testo e compiti.
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