Testimonianza di Margherita Falbo
Insegno da 25 anni . Entrare in classe e lavorare tanto con i miei alunni é la mia priorità. Prima di ogni lezione di prassi stabilisco un contatto visivo ed emotivo con ognuno di loro. Dare valore alle emozioni e alla relazione é il mio obiettivo perché credo siano le basi per l’ apprendimento.
Proprio per questo credo che assegnare compiti a casa sia deleterio, demotivante e infine discriminante in contrasto quindi con il principio di inclusione tanto decantato sulle pagine dei progetti d’intercultura. Penso e ne sono convinta che il lavoro vada sviluppato e affrontato in classe dove noi insegnanti abbiamo il ruolo di registi, abbiamo studiato per acquisire competenze e non dobbiamo essere solo dei controllori. Nella mia esperienza mi sono imbattuta spesso con genitori e insegnanti che davano valore ai compiti e con forza mi sono scontrata con loro.
Credo sia proprio questo il problema, sfatare il falso mito che i compiti siano necessari per apprendere. Non é facile, ma penso che se ognuno di noi ci mettesse un po’ di buona volontà si raggiungerebbe lo scopo. Il problema è che la maggior parte degli insegnanti crede nella validità di questo esercizio vuoto di ogni presupposto pedagogico ed é convinta che é un bravo insegnante solo chi li assegna.
Dinanzi a tale comportamento rimango basita poiché conferma il fatto che la scuola é anacronistica: lezione frontale, spiegone, compiti e controllo con le verifiche. Spero che un giorno questa battaglia iniziata dal preside Maurizio Parodi porti qualche politico a interessarsi alla questione compiti che mette in ginocchio tante famiglie ingiustamente. É un sogno che spero diventi realtà.
“insegnante di scuola primaria”
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